Nel 456 a.C. il tragediografo ateniese Eschilo morì a Gela, secondo la leggenda, a causa di una testuggine lasciatagli cadere in testa da un'aquila in volo.
A causa di numerosi scontri sorti tra le varie città dell'Isola, nel 424 a.C., Gela ospitò un Congresso di pace in cui rimase famoso l'appello di Ermocrate circa l'importanza dell'unione e della pace fra le città della Sicilia. Ma la pace non sarebbe mai arrivata.
Nel 405 a.C. Gela fu invasa e distrutta dai Cartaginesi guidati da Imilcone, nonostante Dionigi, sovrano di Siracusa, venne in soccorso. Alcuni Geloi si rifugiarono a Leontini. Dopo 60 anni bui, grazie al condottiero Timoleonte, un gruppo di coloni di Coo e alcuni vecchi Geloi si presero la città ridando a Gela un nuovo periodo di splendore in cui furono realizzati diversi monumenti nell'area di Capo Soprano. Alla morte di Timoleonte Gela fu nuovamente oggetto di scontri e nel 317 a.C. Agatocle, tiranno di Siracusa, la assediò al fine di farne un caposaldo militare contro l'avanzata cartaginese. I Geloi, con l'aiuto di Xenodico, si ripresero la città nel 309 a.C. ma dopo quattro anni di libertà passò di nuovo sotto il dominio di Siracusa.

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